La Chiesa Bizantina di San Pietro

Testimonianza dell'epoca Bizantina nel cuore della città

Prima dell’arrivo dei Normanni nell’XI secolo, la terra d’Otranto era una terra dominata dai Bizantini ormai da diversi secoli: si parlava la lingua greca, così come greche erano le tradizioni, i riti e la liturgia.

Testimonianza viva della splendida epoca bizantina in Otranto è la chiesa di San Pietro situata nel cuore del centro storico cittadino.

La piccola basilica venne edificata su uno dei colli più alti della città idruntina ed è, oggi, annoverata tra gli edifici sacri più antichi dell’intera Arcidiocesi.

La storia

Prima della nascita della Cattedrale

La tradizione locale fa risalire la sua costruzione al I secolo d.C., quando San Pietro, in cammino da Antiochia a Roma, sbarcò ad Otranto e qui celebrò il sacrificio eucaristico agli schiavi otrantini, convertiti al Cristianesimo dalla sua predicazione.

Altre ipotesi, al contrario, collocano la costruzione dell’edificio tra il VIII e il XII secolo. Considerate le modeste dimensioni e l’assenza di una iconostasi, non si esclude l’ipotesi che originariamente si trattasse di una piccola chiesa privata, appartenente ad un membro dell’aristocrazia bizantina.

L’attuale scatola architettonica è pressoché simile a quella originaria.

L’attuale scatola architettonica è pressoché simile a quella originaria.

Costruita con pietra carpara, mazara, calcarea e tufacea, l’impianto basilicale a croce greca (secondo i canoni della tradizione bizantina), suddivide l’aula interna in tre navate, ognuna terminante in una piccola abside con monofora.

Quella centrale presenta un piccolo oculo, attraverso cui il sorgere del sole permetteva il passaggio del primo raggio nascente dall’Oriente, da quel mare di Levante del Canale di Otranto.

Gli affreschi che oggi si ammirano all’interno dell’aula liturgica sono databili dal X secolo al XVI secolo. Certamente fanno di questa piccola chiesa un gioiello d’arte e di fede.

Cupola, volte, absidi, pareti e colonne un tempo erano interamente affrescate. Costituivano, pertanto, una catechesi sui Vangeli, sugli episodi più importanti della vita di Gesù e sulle devozioni alla Madonna e ai Santi venerati in Terra d’Otranto.

La chiesa è stata oggetto di consolidamento e restauro tra il 2012 e il 2013, per volontà dell’arcivescovo mons. Donato Negro.